Tuberosa: 3 cose che non sai sul fiore bianco della seduzione

tuberosa

Dalla polianthes tuberosa, pianta originaria del Messico, nasce un fiore molto apprezzato dalla profumeria mondiale. Scopriamo insieme la storia e le caratteristiche di questa sensuale “creatura della notte”.

1) Tuberosa: la storia del fiore dagli aztechi ad oggi

Originaria dell’America meridionale, la tuberosa è una pianta appartenente alla famiglia delle Amaryllidacee con una storia millenaria alle spalle. I popoli precolombiani iniziarono a coltivarla per le sue proprietà curative con il fine di attenuare la fatica dei viaggiatori, ma anche per il suo intenso profumo con cui aromatizzavano le bevande calde al cioccolato di cui erano ghiotti.

I maggiori utilizzatori di tuberosa erano gli Aztechi, i quali la battezzarono omixochitl, ossia “fiore osso”, probabilmente a causa della sua bianchezza. Fu solo nel corso del Cinquecento che gli spagnoli insieme ad un missionario francese portarono la pianta in Europa: qui il fiore bianco e profumato cominciò a far parte dei famosi giardini lunari, luoghi ricchi di boccioli dal pallido colore argenteo che cominciavano ad emanare la loro fragranza intensa solo dopo il tramonto. Questi paradisi notturni erano molto in voga tra le dame di epoca vittoriana in quanto risaltavano maggiormente il candido pallore del loro incarnato.

Il fiore della tuberosa divenne tanto famoso da guadagnarsi citazioni in alcune delle più importanti opere letterarie dell’Ottocento. L’irlandese Thomas Moore nel suo poema Lalla Rookh lo definì “la Padrona della Notte! Colei che come una sposa, profumata e luminosa, esce quando il sole tramonta”, mentre Percy Shelley in The Sensitive Plant lo descrisse come “il fiore più dolce per il profumo che emana”. Al giorno d’oggi latuberosa continua ad essere apprezzata nel mondo delle fragranze per i suoi fiori dal profumo intenso e dolce, e viene coltivata diffusamente in Marocco, Francia, Sud Africa, Isole Comore, Hawaii, Antille, India e Cina.

2) Le proprietà della tuberosa: il fiore bianco dal potere ipnotico e afrodisiaco

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La tuberosa fiorisce di notte, quando i colori non sono visibili. Pertanto, per attrarre gli insetti impollinatori, lei e gli altri fiori bianchi (tra cui gelsomino, fior d’arancio, magnolia) hanno dovuto ricorrere ad un curioso stratagemma: un profumo così forte da essere percepito a metri e metri di distanza.

Definita come “meretrice della profumeria” per la fragranza tanto intensa da essere considerata quasi narcotica, la tuberosa nel Rinascimento era categoricamente vietata alle fanciulle europee. Il timore era che questi fiori del peccato potessero ispirare in loro pensieri illeciti, fino a condurle ad un orgasmo spontaneo e alla perdizione totale. La stessa proibizione fu adottata anche in India – dove tuberosa, ki rani, significa “corteggiatrice della notte” – in quanto si pensava che il loro profumo potesse far cadere in una spirale di emotività a cui era difficile sfuggire.

In effetti, per la medicina ayurvedica, la tuberosa va a stimolare la parte destra del cervello, accrescendo la capacità di provare sentimenti e amplificando la creatività. Studi recenti, tra l’altro, hanno confermato il potere afrodisiaco del suo olio essenziale, usato soprattutto in aromaterapia per diminuire stress e tensione e rilassare cervello, muscoli e nervi. Inoltre l’olio essenziale di tuberosa sembrerebbe in grado di migliorare la circolazione sanguigna, con un effetto benefico su tutto il corpo.

3) Profumo alla Tuberosa: quali sono le caratteristiche e dove trovarlo

L’assoluta di tuberosa, in passato, veniva estratta solamente nella Francia del sud attraverso il metodo dell’enfleurage: si tratta di un processo per trattare a freddo tutti i fiori delicati come la rosa, il gelsomino, la viola e la stessa tuberosa. La tecnica si basa su un principio risalente all’alchimia medievale secondo cui il simile scioglie il simile: dato che l’olio essenziale è una sostanza lipofila, il solvente utilizzato per l’enfleurageera anticamente un grasso solido, solitamente di origine animale come quello di maiale o di bue.

Al giorno d’oggi vengono impiegati grassi vegetali come il benzoino, ed il concentrato odoroso che risulta dall’eliminazione dei solventi è definito, per l’appunto, come assoluta. La linfa profumata ricavata dalla tuberosa ha un sentore floreale intenso, quasi narcotico, che tende a fissarsi indelebilmente nella memoria olfattiva di chi vi viene a contatto. Le note zuccherine insieme a quelle canforate rendono il profumo alla tuberosa incredibilmente femminile e sensuale: una fragranza da grande diva, dal potere magnetico.

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